5 marzo prima domenica del mese gratuita al Museo Zannato!
Aroaldo era molto alto e dal fisico possente e portava capelli biondi lunghi fino alle spalle ed una folta barba rossiccia. Indossava abiti di lino con una fascia di color nero sul polso destro e delle calzature aperte e lunghe fino al polpaccio e strette da lacci di cuoio marroni. I suoi occhi azzurri erano agghiaccianti, il suo sguardo penetrante faceva venire la pelle d’oca a chiunque lo guardasse. Aroaldo amava più di ogni cosa al mondo il suo cavallo Desiderio che lo accompagnava in tutte le sue battaglie ma che un giorno fu colpito a morte da una hasta romana. Il cavaliere perciò seppellì il suo cavallo, come era abitudine presso i Longobardi, e lasciò scritto che, una volta morto, lui voleva essere sepolto accanto al suo caro amico Desiderio.
Aroaldo usava la spatha nei duelli ravvicinati e poi con lo scramasax dava il colpo finale al nemico. Soltanto in alcuni casi usava arco e frecce, ma le sue maggiori qualità si vedevano nel duello corpo a corpo e si difendeva con lo scudo che nella parte centrale aveva l’umbone metallico che serviva a parare i colpi metallici.
Aroaldo era stimato da tutti ed era un ottimo duca, perché era generoso e disponibile ad aiutare i suoi compagni, però aveva un difetto: era fin troppo sfrontato e non aveva paura di nulla. Questo aspetto del suo carattere gli costò la vita: durante una battaglia, pur avendo ricevuto l’ordine di ritirarsi, continuò ad attaccare fino a che un nemico lo colpì alle spalle e il cavaliere cadde a terra morto.
