5 marzo prima domenica del mese gratuita al Museo Zannato!

Vi aspettiamo con le collezioni permanenti, la mostra del Centenario del Museo e l’esposizione del cavaliere longobardo di Monticello di Fara.
In anteprima nella sala del cavaliere sarà esposta l’opera vincitrice del concorso per le scuole “Raccontami la storia del cavaliere longobardo“.
Complimenti al vincitore Andrea Martini, che frequenta la classe ID della scuola media di Brendola (Scuola “Galilei”, IC Muttoni Sarego) e ha partecipato al concorso sotto la guida della professoressa Maria Rumor.
Riportiamo qui di seguito il bellissimo racconto di Andrea sul Cavaliere longobardo di Monticello di Fara:
Nella seconda metà del VI secolo, quando i Longobardi entrarono a Monticello di Fara (vicino a Sarego), a servizio del re Alboino c’era un cavaliere di nome Aroaldo.
Valoroso combattente, si era sempre distinto per la sua fedeltà al re, tanto che in un combattimento a cavallo, per difendere Alboino dai nemici, si era ferito lui stesso ad una mano e aveva perso il mignolo destro.

Aroaldo era molto alto e dal fisico possente e portava capelli biondi lunghi fino alle spalle ed una folta barba rossiccia. Indossava abiti di lino con una fascia di color nero sul polso destro e delle calzature aperte e lunghe fino al polpaccio e strette da lacci di cuoio marroni. I suoi occhi azzurri erano agghiaccianti, il suo sguardo penetrante faceva venire la pelle d’oca a chiunque lo guardasse. Aroaldo amava più di ogni cosa al mondo il suo cavallo Desiderio che lo accompagnava in tutte le sue battaglie ma che un giorno fu colpito a morte da una hasta romana. Il cavaliere perciò seppellì il suo cavallo, come era abitudine presso i Longobardi, e lasciò scritto che, una volta morto, lui voleva essere sepolto accanto al suo caro amico Desiderio.

Aroaldo usava la spatha nei duelli ravvicinati e poi con lo scramasax dava il colpo finale al nemico. Soltanto in alcuni casi usava arco e frecce, ma le sue maggiori qualità si vedevano nel duello corpo a corpo e si difendeva con lo scudo che nella parte centrale aveva l’umbone metallico che serviva a parare i colpi metallici.

Aroaldo era stimato da tutti ed era un ottimo duca, perché era generoso e disponibile ad aiutare i suoi compagni, però aveva un difetto: era fin troppo sfrontato e non aveva paura di nulla. Questo aspetto del suo carattere gli costò la vita: durante una battaglia, pur avendo ricevuto l’ordine di ritirarsi, continuò ad attaccare fino a che un nemico lo colpì alle spalle e il cavaliere cadde a terra morto.

Il corpo di Aroaldo oggi giace accanto a Desiderio, in un cimitero a file presso il borgo di Monticello di Fara e una targa riporta queste parole:
QUI GIACCIONO IL VALOROSO CAVALIERE AROALDO E IL SUO CAVALLO

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