Studi e Ricerche
Dal 1994 il museo pubblica una propria rivista scientifica, Studi e Ricerche, oltre ad una serie di monografie e articoli a carattere naturalistico o archeologico.
ll Comitato di Redazione valuta ogni anno la pubblicazione di contributi di elevato valore scientifico. Vengono presi in considerazione per la pubblicazione lavori inediti concernenti argomenti che rientrino nel campo delle scienze naturali e dell’archeologia, con preferenza per quelli che riguardano il Veneto e in particolare il Vicentino; è possibile pubblicare un massimo di 2 articoli per Autore/Co-Autore.
I lavori sono innanzitutto valutati dal Comitato di Redazione della Rivista, che li sottopone a revisione alla pari da parte di esperti esterni: articoli che non rispettino la pertinenza della rivista o siano palesemente lontani dagli standard qualitativi della Rivista, possono essere direttamente respinti dal Comitato di Redazione. La pubblicazione non comporta costi per gli Autori.
Database dei lavori scientifici
Puoi ricercare e consultare qui tutti i lavori prodotti dal museo, usando i tag o la ricerca oppure scorrendo il catalogo per anno di pubblicazione.
Borghi E; Bottazzi A; Caporiondo F
A NEW SPECIES OF SCOLECHINUS (ECHINOIDEA) FROM THE EOCENE OF ITALY Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 28, pp. 13-19, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Echinoidea, NE Italy, new species, Trigonocidaridae, upper Eocene
@article{nokey,
title = {A NEW SPECIES OF SCOLECHINUS (ECHINOIDEA) FROM THE EOCENE OF ITALY},
author = {Enrico Borghi and Alberto Bottazzi and Fabio Caporiondo},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/02_Borghi_Bottazzi_Caporindo.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
urldate = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {28},
pages = {13-19},
abstract = {ABSTRACT
Three small regular echinoids recently collected from the upper Eocene (Priabonian) of Sossano, in the Berici Hills near Vicenza (north-eastern Italy), are assigned to Scolechinus sossanensis n. sp. The new taxon is distinguished from Scolechinus dallonii Lambert in Lambert & Thiéry, 1925, the type species of the genus, by different test ornamentation and larger peristome. In particular, the ornamentation consists of epistromal ridges starting from the base of the primary tubercles and extending towards the adjoining ambulacral and interambulacral series. In S. dallonii the ornamentation is denser and made of shorter ridges mainly disposed longitudinally. Since S. dallonii, the sole species so far known of this rare genus, has been recorded only from the Oligocene of Algeria, this is the oldest record of the genus Scolechinus.
RIASSUNTO
UNA NUOVA SPECIE DI SCOLECHINUS (ECHINOIDEA) NELL’EOCENE ITALIANO
Tre piccoli echinoidi regolari raccolti nell’Eocene superiore (Priaboniano) della cava di Sossano nei colli Berici (Vicenza) vengono assegnati a Scolechinus sossanensis n. sp. Il nuovo taxon si distingue da Scolechinus dallonii Lambert in Lambert & Thiéry, 1925, la specie tipo del genere, per la diversa ornamentazione della teca e per il peristoma decisamente più grande. In particolare, l’ornamentazione è costituita da creste che si diramano dalla base dei tubercoli primari e si estendono sino ai tubercoli delle serie interambulacrali e ambulacrali adiacenti. In S. dallonii l’ornamentazione è più densa e prevalentemente direzionata in senso longitudinale oppure è costituita da creste corte e non iso-orientate. Dal momento che S. dallonii è l’unica specie sinora nota di questo genere ed è stata citata solo nell’Oligocene dell’Algeria, gli esemplari di Sossano rappresentano la testimonianza più antica di questo genere.},
keywords = {Echinoidea, NE Italy, new species, Trigonocidaridae, upper Eocene},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Three small regular echinoids recently collected from the upper Eocene (Priabonian) of Sossano, in the Berici Hills near Vicenza (north-eastern Italy), are assigned to Scolechinus sossanensis n. sp. The new taxon is distinguished from Scolechinus dallonii Lambert in Lambert & Thiéry, 1925, the type species of the genus, by different test ornamentation and larger peristome. In particular, the ornamentation consists of epistromal ridges starting from the base of the primary tubercles and extending towards the adjoining ambulacral and interambulacral series. In S. dallonii the ornamentation is denser and made of shorter ridges mainly disposed longitudinally. Since S. dallonii, the sole species so far known of this rare genus, has been recorded only from the Oligocene of Algeria, this is the oldest record of the genus Scolechinus.
RIASSUNTO
UNA NUOVA SPECIE DI SCOLECHINUS (ECHINOIDEA) NELL’EOCENE ITALIANO
Tre piccoli echinoidi regolari raccolti nell’Eocene superiore (Priaboniano) della cava di Sossano nei colli Berici (Vicenza) vengono assegnati a Scolechinus sossanensis n. sp. Il nuovo taxon si distingue da Scolechinus dallonii Lambert in Lambert & Thiéry, 1925, la specie tipo del genere, per la diversa ornamentazione della teca e per il peristoma decisamente più grande. In particolare, l’ornamentazione è costituita da creste che si diramano dalla base dei tubercoli primari e si estendono sino ai tubercoli delle serie interambulacrali e ambulacrali adiacenti. In S. dallonii l’ornamentazione è più densa e prevalentemente direzionata in senso longitudinale oppure è costituita da creste corte e non iso-orientate. Dal momento che S. dallonii è l’unica specie sinora nota di questo genere ed è stata citata solo nell’Oligocene dell’Algeria, gli esemplari di Sossano rappresentano la testimonianza più antica di questo genere.
Beschin C; Boscardin M; Rocchetti I; Zorzi F
PRIMO RITROVAMENTO DI GEMME NEL TERRITORIO DI BOLCA (VERONA, ITALIA NORDORIENTALE) Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 28, pp. 21-27, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Bolca, Grotta dei Cracchi, NE Italy, Zircon
@article{nokey,
title = {PRIMO RITROVAMENTO DI GEMME NEL TERRITORIO DI BOLCA (VERONA, ITALIA NORDORIENTALE)},
author = {Claudio Beschin and Matteo Boscardin and Ivano Rocchetti and Federico Zorzi},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/03_Beschin_Boscardin.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
urldate = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {28},
pages = {21-27},
abstract = {RIASSUNTO
Nella Grotta dei Cracchi, in località Bolca (comune di Vestenanova, Verona) si segnala la presenza di una nuova specie mineralogica per il territorio veronese: lo zircone. Granuli millimetrici di zircone di qualità gemmologica sono stati rinvenuti nei detriti sabbiosi e ciottolosi che occupano il tratto iniziale della grotta in associazione con “anortoclasio”, calcite, goethite, almandino, ilmenite, magnetite, pirosseno (diopside), quarzo e spinello. I minerali sono stati identificati prevalentemente in microscopia elettronica a scansione (analisi chimiche EDX) e in parte, in diffrattometria delle polveri a raggi X (XRD) e spettroscopia Raman. Nella campionatura del materiale che ha restituito le specie mineralogiche studiate sono stati rinvenuti anche diversi fossili di piccole dimensioni, rappresentativi delle rocce sedimentarie locali interessate dall’erosione del corso d’acqua che percorre la cavità.
ABSTRACT
FIRST RECORD OF GEMS IN THE AREA OF BOLCA (VERONA, NORTHWEST ITALY)
In the Grotta dei Cracchi, near Bolca (Vestenanova, Verona) the presence of zircon, a new mineralogical species for the Veronese area, is reported. Millimetric granules of gem quality zircon were found in the sandy and pebbly debris that occupy the initial section of the cave. They are associated with granules of “anorthoclase”, calcite, goethite, almandine, ilmenite, magnetite, pyroxene (diopside), quartz and spinel. The minerals were mainly identified by scanning microscope (EDX chemical analysis) and partly by X ray diffraction (XRD) and Raman Spectroscopy. Several species of millimetric fossils were found in the same sampled material studied for the minerals. They are representative of the local sedimentary rocks eroded by the waters of the cave.
},
keywords = {Bolca, Grotta dei Cracchi, NE Italy, Zircon},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Nella Grotta dei Cracchi, in località Bolca (comune di Vestenanova, Verona) si segnala la presenza di una nuova specie mineralogica per il territorio veronese: lo zircone. Granuli millimetrici di zircone di qualità gemmologica sono stati rinvenuti nei detriti sabbiosi e ciottolosi che occupano il tratto iniziale della grotta in associazione con “anortoclasio”, calcite, goethite, almandino, ilmenite, magnetite, pirosseno (diopside), quarzo e spinello. I minerali sono stati identificati prevalentemente in microscopia elettronica a scansione (analisi chimiche EDX) e in parte, in diffrattometria delle polveri a raggi X (XRD) e spettroscopia Raman. Nella campionatura del materiale che ha restituito le specie mineralogiche studiate sono stati rinvenuti anche diversi fossili di piccole dimensioni, rappresentativi delle rocce sedimentarie locali interessate dall’erosione del corso d’acqua che percorre la cavità.
ABSTRACT
FIRST RECORD OF GEMS IN THE AREA OF BOLCA (VERONA, NORTHWEST ITALY)
In the Grotta dei Cracchi, near Bolca (Vestenanova, Verona) the presence of zircon, a new mineralogical species for the Veronese area, is reported. Millimetric granules of gem quality zircon were found in the sandy and pebbly debris that occupy the initial section of the cave. They are associated with granules of “anorthoclase”, calcite, goethite, almandine, ilmenite, magnetite, pyroxene (diopside), quartz and spinel. The minerals were mainly identified by scanning microscope (EDX chemical analysis) and partly by X ray diffraction (XRD) and Raman Spectroscopy. Several species of millimetric fossils were found in the same sampled material studied for the minerals. They are representative of the local sedimentary rocks eroded by the waters of the cave.
Saccardo D; Rocchetti I
I MINERALI DEL MONTE CENGIO, AGGIORNAMENTO 2022 Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 28, pp. 29-34, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: calcofanite, calcofillite, duftite, linarite, Monte Cengìo, rosasite, schulenbergite, tangdanite, theisite
@article{nokey,
title = {I MINERALI DEL MONTE CENGIO, AGGIORNAMENTO 2022},
author = {Domenico Saccardo and Ivano Rocchetti},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/04_Saccardo_Rocchetti.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
urldate = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {28},
pages = {29-34},
abstract = {RIASSUNTO
In questo articolo sono descritte otto nuove prime segnalazioni di minerali dell’affioramento mineralizzato a solfuri misti di Monte Cengio (Torrebelvicino, Vicenza, Italia). Si tratta di calcofanite, calcofillite, duftite, linarite, rosasite, schulenbergite, tangdanite e theisite. Duftite e theisite sono anche nuove prime segnalazioni per la provincia di Vicenza.
ABSTRACT
MINERALS FROM MONTE CENGIO: 2022 UPDATES
Eight new minerals from the mixed sulfide mineralized outcrop at Monte Cengio (Torrebelvicino, Vicenza, Italy) are described in this paper; they are calcophanite, calcophyllite, duftite, linarite, rosasite, schulenbergite, tangdanite, and theisite. Duftite and theisite are new records for the province of Vicenza.},
keywords = {calcofanite, calcofillite, duftite, linarite, Monte Cengìo, rosasite, schulenbergite, tangdanite, theisite},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
In questo articolo sono descritte otto nuove prime segnalazioni di minerali dell’affioramento mineralizzato a solfuri misti di Monte Cengio (Torrebelvicino, Vicenza, Italia). Si tratta di calcofanite, calcofillite, duftite, linarite, rosasite, schulenbergite, tangdanite e theisite. Duftite e theisite sono anche nuove prime segnalazioni per la provincia di Vicenza.
ABSTRACT
MINERALS FROM MONTE CENGIO: 2022 UPDATES
Eight new minerals from the mixed sulfide mineralized outcrop at Monte Cengio (Torrebelvicino, Vicenza, Italy) are described in this paper; they are calcophanite, calcophyllite, duftite, linarite, rosasite, schulenbergite, tangdanite, and theisite. Duftite and theisite are new records for the province of Vicenza.
Dall’Olio G
TOMASO ANTONIO CATULLO I MINERALI IN MEDICINA E IN FARMACIA Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 28, pp. 35-47, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: medicine, mineralogy, pharmacy, Tommaso Catullo
@article{nokey,
title = {TOMASO ANTONIO CATULLO I MINERALI IN MEDICINA E IN FARMACIA},
author = {Giuliano Dall’Olio},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/05_DallOlio.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
urldate = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {28},
pages = {35-47},
abstract = {RIASSUNTO
Viene presentato l’impiego dei minerali nella preparazione dei farmaci ed il loro uso in medicina dall’antichità fino ai primi decenni dell’Ottocento, esaminando in particolare il “Trattato di mineralogia applicata alla farmacia e alla medicina” di Tommaso Antonio Catullo pubblicato nel 1833. Viene anche tracciato il percorso professionale del Catullo dai primi incarichi di insegnante in alcuni licei veneti fino alla docenza all’Università di Padova. È riportata inoltre una diatriba connessa al suo legame con il territorio vicentino e alla sua competenza nell’analisi chimica.
ABSTRACT
TOMASO ANTONIO CATULLO, MINERALOGY APPLIED TO PHARMACY AND MEDICINE
The use of minerals in the preparation of drugs and their use in medicine from antiquity to the first decades of the nineteenth century is presented, examining particularly the “Treatise on mineralogy applied to pharmacy and medicine” by Tommaso Antonio Catullo published in 1833. The professional career of Catullo is also traced from his first teaching positions in some Venetian high schools to his appointment as professor at the University of Padua. A controversy connected to his link with the Vicenza area and his competence in chemical analysis is also reported.
},
keywords = {medicine, mineralogy, pharmacy, Tommaso Catullo},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Viene presentato l’impiego dei minerali nella preparazione dei farmaci ed il loro uso in medicina dall’antichità fino ai primi decenni dell’Ottocento, esaminando in particolare il “Trattato di mineralogia applicata alla farmacia e alla medicina” di Tommaso Antonio Catullo pubblicato nel 1833. Viene anche tracciato il percorso professionale del Catullo dai primi incarichi di insegnante in alcuni licei veneti fino alla docenza all’Università di Padova. È riportata inoltre una diatriba connessa al suo legame con il territorio vicentino e alla sua competenza nell’analisi chimica.
ABSTRACT
TOMASO ANTONIO CATULLO, MINERALOGY APPLIED TO PHARMACY AND MEDICINE
The use of minerals in the preparation of drugs and their use in medicine from antiquity to the first decades of the nineteenth century is presented, examining particularly the “Treatise on mineralogy applied to pharmacy and medicine” by Tommaso Antonio Catullo published in 1833. The professional career of Catullo is also traced from his first teaching positions in some Venetian high schools to his appointment as professor at the University of Padua. A controversy connected to his link with the Vicenza area and his competence in chemical analysis is also reported.
Battiston R; Maioglio O
IL MISTERIOSO INSETTO FOGLIA DI PIGAFETTA, A 500 ANNI DALLA SUA PRIMA DESCRIZIONE Journal Article
In: Studi e Ricerche, no 28, pp. 49-55, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: history of science, iconography, leaf-insects, museum specimens, Taxonomy
@article{nokey,
title = {IL MISTERIOSO INSETTO FOGLIA DI PIGAFETTA, A 500 ANNI DALLA SUA PRIMA DESCRIZIONE},
author = {Roberto Battiston and Oscar Maioglio},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/06_Battiston_Maioglio.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
number = {28},
pages = {49-55},
abstract = {RIASSUNTO
Si deve all’esploratore e geografo vicentino Antonio Pigafetta la prima descrizione di un fasmide, un insetto foglia presumibilmente del genere Phyllium. Viene ricostruita e ipotizzata la specie da lui osservata in base alle indicazioni dell’esploratore e alle conoscenze attuali sulla tassonomia di questi insetti e alla loro biogeografia nell’area dell’arcipelago tra Palawan e il Borneo. La rappresentazione iconografica e descrittiva di questi insetti, a partire dalla letteratura scientifica del Settecento, ha generato confusioni e fraintendimenti sul loro aspetto ed in particolare sulla colorazione. Lo studio di queste interpretazioni, basate principalmente su reperti di collezione degradati, ha permesso di fare luce su alcuni interessanti aspetti della storia delle scienze naturali come lo scambio di esemplari e la descrizione di nuove specie in epoca coloniale. Lo studio di esemplari di una popolazione di Phyllium philippinicum, allevata per 10 anni in condizioni di laboratorio, ha permesso inoltre di valutare in modo sperimentale le diverse condizioni che permettono la conservazione dei colori originali dell’insetto a dispetto della loro tendenza a degradarsi rapidamente.
ABSTRACT
PIGAFETTA’S MYSTERIOUS LEAF-INSECT, 500 YEARS AFTER ITS FIRST DESCRIPTION
The first description of a phasmid has been reported by the explorer and geographer Antonio Pigafetta from Vicenza, a leaf insect presumably of the genus Phyllium. The species he observed is reconstructed and hypothesized using the explorer’s report and the current knowledge on the taxonomy and biogeography of these insects in the archipelago between Palawan and Borneo. The iconographic and descriptive representation of these insects, starting from the scientific literature of the eighteenth century, generated confusion and misunderstandings about their appearance and in particular about their color. The study of these interpretations, based mainly on degraded collection finds, allowed to shed light on some interesting aspects of the history of the natural sciences, such as the exchange of specimens and the description of new species during the colonial age. The study of specimens of a population of Phyllium philippinicum, raised for 10 years in laboratory conditions, also made it possible to experimentally evaluate the different conditions that allow the preservation of the insect’s original colors, despite their tendency to degrade rapidly.},
keywords = {history of science, iconography, leaf-insects, museum specimens, Taxonomy},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Si deve all’esploratore e geografo vicentino Antonio Pigafetta la prima descrizione di un fasmide, un insetto foglia presumibilmente del genere Phyllium. Viene ricostruita e ipotizzata la specie da lui osservata in base alle indicazioni dell’esploratore e alle conoscenze attuali sulla tassonomia di questi insetti e alla loro biogeografia nell’area dell’arcipelago tra Palawan e il Borneo. La rappresentazione iconografica e descrittiva di questi insetti, a partire dalla letteratura scientifica del Settecento, ha generato confusioni e fraintendimenti sul loro aspetto ed in particolare sulla colorazione. Lo studio di queste interpretazioni, basate principalmente su reperti di collezione degradati, ha permesso di fare luce su alcuni interessanti aspetti della storia delle scienze naturali come lo scambio di esemplari e la descrizione di nuove specie in epoca coloniale. Lo studio di esemplari di una popolazione di Phyllium philippinicum, allevata per 10 anni in condizioni di laboratorio, ha permesso inoltre di valutare in modo sperimentale le diverse condizioni che permettono la conservazione dei colori originali dell’insetto a dispetto della loro tendenza a degradarsi rapidamente.
ABSTRACT
PIGAFETTA’S MYSTERIOUS LEAF-INSECT, 500 YEARS AFTER ITS FIRST DESCRIPTION
The first description of a phasmid has been reported by the explorer and geographer Antonio Pigafetta from Vicenza, a leaf insect presumably of the genus Phyllium. The species he observed is reconstructed and hypothesized using the explorer’s report and the current knowledge on the taxonomy and biogeography of these insects in the archipelago between Palawan and Borneo. The iconographic and descriptive representation of these insects, starting from the scientific literature of the eighteenth century, generated confusion and misunderstandings about their appearance and in particular about their color. The study of these interpretations, based mainly on degraded collection finds, allowed to shed light on some interesting aspects of the history of the natural sciences, such as the exchange of specimens and the description of new species during the colonial age. The study of specimens of a population of Phyllium philippinicum, raised for 10 years in laboratory conditions, also made it possible to experimentally evaluate the different conditions that allow the preservation of the insect’s original colors, despite their tendency to degrade rapidly.
Pietro W D; Battiston R
HIERODULA TENUIDENTATA SAUSSURE, 1869: UNA NUOVA MANTIDE ALIENA PER IL VENETO Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 28, pp. 57-60, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: alien species, Giant Asian Mantis, Hierodula, ootheca, Veneto region
@article{nokey,
title = {HIERODULA TENUIDENTATA SAUSSURE, 1869: UNA NUOVA MANTIDE ALIENA PER IL VENETO},
author = {William Di Pietro and Roberto Battiston},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/07_DiPietro_Battiston.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {28},
pages = {57-60},
abstract = {RIASSUNTO
La Mantide Gigante Asiatica (Hierodula tenuidentata) viene segnalata per la prima volta in Veneto ed è confermata la sopravvivenza di individui adulti in Nord Italia sino all’inizio dell’inverno. Nonostante la già documentata capacità di questa specie alloctona di sopravvivere ai rigori invernali dell’Italia settentrionale, nuovi dati sulla sua ecologia in queste aree permettono di meglio comprenderne le potenzialità di diffusione in Europa. Questa mantide è risultata in grado di rimanere vitale con temperature minime persistenti sotto a 0°C e con valori estremi di -5°C. Le attuali dinamiche di distribuzione fanno pensare al Veneto come punto di incontro tra le popolazioni balcaniche dirette verso ovest e quelle della bassa Pianura Padana già note da qualche anno.
ABSTRACT
HIERODULA TENUIDENTATA SAUSSURE, 1869: A NEW ALIEN MANTIS IN THE VENETO REGION
The Giant Asian Mantis (Hierodula tenuidentata) is reported for the first time in the Veneto region and the survival of adult individuals in Northern Italy till winter is confirmed. Despite the already well documented ability of this alien species to survive the harsh winters of Northern Italy, new data on its ecology in these areas allows one to better understand the potential of this species to spread in Europe. This species was able to remain viable in persistent minimum temperatures below 0°C and with extremes of -5 °C. The current distribution dynamics suggest Veneto as a possible meeting point between the westward expanding Balkan populations and those of the lower Po Valley already known for some years.},
keywords = {alien species, Giant Asian Mantis, Hierodula, ootheca, Veneto region},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
La Mantide Gigante Asiatica (Hierodula tenuidentata) viene segnalata per la prima volta in Veneto ed è confermata la sopravvivenza di individui adulti in Nord Italia sino all’inizio dell’inverno. Nonostante la già documentata capacità di questa specie alloctona di sopravvivere ai rigori invernali dell’Italia settentrionale, nuovi dati sulla sua ecologia in queste aree permettono di meglio comprenderne le potenzialità di diffusione in Europa. Questa mantide è risultata in grado di rimanere vitale con temperature minime persistenti sotto a 0°C e con valori estremi di -5°C. Le attuali dinamiche di distribuzione fanno pensare al Veneto come punto di incontro tra le popolazioni balcaniche dirette verso ovest e quelle della bassa Pianura Padana già note da qualche anno.
ABSTRACT
HIERODULA TENUIDENTATA SAUSSURE, 1869: A NEW ALIEN MANTIS IN THE VENETO REGION
The Giant Asian Mantis (Hierodula tenuidentata) is reported for the first time in the Veneto region and the survival of adult individuals in Northern Italy till winter is confirmed. Despite the already well documented ability of this alien species to survive the harsh winters of Northern Italy, new data on its ecology in these areas allows one to better understand the potential of this species to spread in Europe. This species was able to remain viable in persistent minimum temperatures below 0°C and with extremes of -5 °C. The current distribution dynamics suggest Veneto as a possible meeting point between the westward expanding Balkan populations and those of the lower Po Valley already known for some years.
Bruttomesso A; Buson S; Gamba M
LAMINA VOTIVA CON OCCHI DA BRENDOLA (VI) Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 28, pp. 61-70, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: defunctionalization, description and interpretation of the representation, Romanization, technological analysis and graphic reconstruction, votive plate
@article{nokey,
title = {LAMINA VOTIVA CON OCCHI DA BRENDOLA (VI)},
author = {Annachiara Bruttomesso and Stefano Buson and Mariolina Gamba},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/08_Bruttomesso_Buson_Gamba.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {28},
pages = {61-70},
abstract = {RIASSUNTO
La lamina votiva rinvenuta fortuitamente a Brendola nel 2012 è per la prima volta oggetto di uno studio analitico che ne propone l’analisi tecnologica e la ricostruzione grafica, ne definisce il contesto del rinvenimento in un’area cruciale per il territorio di Brendola e Montecchio Maggiore e ne precisa la datazione tra fine II-I sec. a.C. inquadrandola nell’ambito di una produzione votiva presumibilmente locale.
ABSTRACT
VOTIVE PLATE WITH EYES FROM BRENDOLA (VI)
For the first time the votive plate fortuitously found in Brendola in 2012 is the subject of an analytical study. The authors present its technological analysis, propose its graphic reconstruction, define the context of the discovery in an area of crucial importance for the territory of Brendola and Montecchio Maggiore, and specify the dating to the end of the II-I century B.C. framing the plate within a presumably local votive production.
},
keywords = {defunctionalization, description and interpretation of the representation, Romanization, technological analysis and graphic reconstruction, votive plate},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
La lamina votiva rinvenuta fortuitamente a Brendola nel 2012 è per la prima volta oggetto di uno studio analitico che ne propone l’analisi tecnologica e la ricostruzione grafica, ne definisce il contesto del rinvenimento in un’area cruciale per il territorio di Brendola e Montecchio Maggiore e ne precisa la datazione tra fine II-I sec. a.C. inquadrandola nell’ambito di una produzione votiva presumibilmente locale.
ABSTRACT
VOTIVE PLATE WITH EYES FROM BRENDOLA (VI)
For the first time the votive plate fortuitously found in Brendola in 2012 is the subject of an analytical study. The authors present its technological analysis, propose its graphic reconstruction, define the context of the discovery in an area of crucial importance for the territory of Brendola and Montecchio Maggiore, and specify the dating to the end of the II-I century B.C. framing the plate within a presumably local votive production.
Beschin C; Checchi A
NUOVA SPECIE DI TUMIDOCARCINIDAE (CRUSTACEA, DECAPODA, XANTHOIDEA) NELL’EOCENE DEL MONTE BALDO (VERONA, ITALIA NORDORIENTALE) Journal Article
In: Studi e Ricerche, no 27, pp. 5-10, 2020, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Brachyura, Crustacea, Decapoda, Eocene, Italia nordorientale, Tumidocarcinidae
@article{nokey,
title = {NUOVA SPECIE DI TUMIDOCARCINIDAE (CRUSTACEA, DECAPODA, XANTHOIDEA) NELL’EOCENE DEL MONTE BALDO (VERONA, ITALIA NORDORIENTALE)},
author = {Claudio Beschin and Andrea Checchi},
editor = {Associazione Amici del museo and Museo Civico "G. Zannato"},
url = {https://www.museozannato.it/01_beschin_checchi_bassa/},
issn = {1127-3100},
year = {2020},
date = {2020-12-31},
urldate = {2020-01-01},
journal = {Studi e Ricerche},
number = {27},
pages = {5-10},
abstract = {È descritta una nuova specie di crostaceo appartenente alla famiglia Tumidocarcinidae Schweitzer, 2005, Nitotacarcinus ambrosii n. sp., rinvenuto nelle marne calcaree eoceniche di Ferrara di Monte Baldo (Verona, Italia nordorientale). La specie è caratterizzata da orbite ampie; margini antero-laterali con tre spine (esclusa la spina extraorbitale); regioni ben delimitate da solchi, ornate di granulazioni.},
key = {Crustacea, Decapoda, Brachyura, Tumidocarcinidae, Eocene, Italia nordorientale.},
keywords = {Brachyura, Crustacea, Decapoda, Eocene, Italia nordorientale, Tumidocarcinidae},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Checchi A; Zamberlan F; Alberti R
UNA NUOVA SPECIE DI SEMICYPRAEA SCHILDER, 1936 (MOLLUSCA, CYPRAEOIDEA) DELL’EOCENE DI “CAVA ROSSI” DI MONTE DI MALO (VICENZA, NE ITALY) Journal Article
In: Studi e Ricerche, no 27, pp. 11-17, 2020, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: “Cava Rossi”, Cypraeoidea, Eocene, Italia nordorientale, Mollusca, Semicypraea
@article{nokey,
title = {UNA NUOVA SPECIE DI SEMICYPRAEA SCHILDER, 1936 (MOLLUSCA, CYPRAEOIDEA) DELL’EOCENE DI “CAVA ROSSI” DI MONTE DI MALO (VICENZA, NE ITALY)},
author = {Andrea Checchi and Fiorenzo Zamberlan and Riccardo Alberti},
editor = {Associazione Amici del museo and Museo Civico "G. Zannato"},
url = {https://www.museozannato.it/02_checchi_zamberlan_alberti_bassa/},
isbn = {1127-3100},
year = {2020},
date = {2020-12-31},
urldate = {2020-01-01},
journal = {Studi e Ricerche},
number = {27},
pages = {11-17},
abstract = {Vengono segnalati nuovi rinvenimenti di Cypraeoidea appartenenti al genere Semicypraea Schilder, 1936, nei livelli eocenici di “Cava Rossi” di Monte di Malo (Vicenza), con l’istituzione della nuova specie: Semicypraea italorossii sp. nov.},
keywords = {“Cava Rossi”, Cypraeoidea, Eocene, Italia nordorientale, Mollusca, Semicypraea},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Beschin C
STUDI E RICERCHE SULL’EOCENE DI RONCÀ (VERONA) DOCUMENTI INEDITI AL MUSEO CIVICO “G. ZANNATO” DI MONTECCHIO MAGGIORE Journal Article
In: Studi e Ricerche, no 27, pp. 19-27, 2020, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Eocene, Meneguzzo, Museo Zannato, Roncà
@article{nokey,
title = {STUDI E RICERCHE SULL’EOCENE DI RONCÀ (VERONA) DOCUMENTI INEDITI AL MUSEO CIVICO “G. ZANNATO” DI MONTECCHIO MAGGIORE},
author = {Claudio Beschin},
editor = {Associazione Amici del museo and Museo Civico "G. Zannato"},
url = {https://www.museozannato.it/03_beschin_bassa/},
issn = {1127-3100},
year = {2020},
date = {2020-12-31},
urldate = {2020-01-01},
journal = {Studi e Ricerche},
number = {27},
pages = {19-27},
abstract = {Vengono presentati vari momenti di ricerca e studio effettuati sull’Eocene di Roncà (Verona, Italia nordorientale) dalle guide geologiche montecchiane Giovanni e Vittorio Meneguzzo.
La documentazione inedita che li fa conoscere è della seconda metà dell’Ottocento e del primo Novecento e si conserva al Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (Vicenza).},
keywords = {Eocene, Meneguzzo, Museo Zannato, Roncà},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
La documentazione inedita che li fa conoscere è della seconda metà dell’Ottocento e del primo Novecento e si conserva al Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (Vicenza).