Una grande spedizione scientifica sul fiume Paranà per raccontare l’evoluzione dei reperti del museo negli ultimi cento anni

Tra tutti reperti conservati presso il Museo Zannato, quello forse più iconico e rappresentativo è senza dubbio il grande caimano oggi esposto all’ingresso del museo. Restaurato e ribattezzato nel 2017 come “Romeo – il coccodrillo del museo” con un concorso scolastico, questo magnifico rettile compare anche in alcune foto storiche assieme a Giuseppe Zannato, il fondatore del museo, che sembra avesse una predilezione particolare per questo reperto che, assieme ad altri, ha permesso di avviare il vecchio museo scolastico della scuola Manzoni, “padre” del moderno Museo di Archeologica e Scienze Naturali oggi dedicato appunto a Zannato.

Ogni grande museo ha avuto origine dalle prime donazioni, che spesso erano oggetti strani o curiosi, esotici e misteriosi, che valeva la pena di esporre al pubblico nelle antiche wunderkammer, le camere delle meraviglie, caratteristiche dei musei ottocenteschi. Se talvolta questi reperti erano donati o acquistati da eccentrici collezionisti, più delle volte erano frutto di avventurose spedizioni in luoghi remoti pieni di animali strani e popolazioni sconosciute.

In occasione del suo centenario il Museo Zannato ha deciso di celebrare in un modo innovativo il reperto più caro al suo fondatore, il coccodrillo Romeo, raccontando con lui l’evoluzione del tempo, dei musei e dell’ambiente, mettendolo al centro di un grande progetto scientifico e divulgativo: la Romeo Expedition.

Come nelle grandi spedizioni dell’epoca di Zannato, lo staff del museo si recherà nella terra natia di Romeo, il fiume Paranà in Argentina, dove si presume che il caimano sia stato catturato tra la fine del XIX e inizio del XX secolo. L’idea è quella di andare a trovare i “figli di Romeo” i caimani che oggi abitano il basso corso del grande Paranà per raccontare il passaggio di generazione e lo scorrere del tempo. Se Romeo rappresenta le collezioni storiche, nucleo portante di ogni museo, la raccolta sul campo e lo studio di nuovi reperti rappresenta l’attività di ricerca che un museo attua per raccontare e preparare il mondo di domani. I figli di Romeo ci racconteranno infatti cosa è successo in questi cento anni, dall’epoca di questo ideale antenato, in un’Argentina giovane, appena uscita della guerre civili con le popolazioni indigene, che si costruiva una sua identità dopo i grandi imperi coloniali, fino alla grande rivoluzione agricola e l’urbanizzazione degli ultimi decenni, ai problemi ambientali e tentativi di conservazione delle poche aree naturali rimaste. 

Sponsorizzati da Trevisan Macchine utensili, sotto la guida scientifica del Museo Zannato e in collaborazione con Biosphaera, e le istituzioni argentine, un team di specialisti e ricercatori affiancati  da un documentarista, cercheranno di trovare le origini di Romeo e di raccogliere dati sul cambiamento del suo mondo: dalle paludi ottocentesche alle periferie di cemento della Buenos Aires odierna. Un grande rettile del passato che sopravvive ancora nel mondo moderno, nonostante tutto, ultimo rappresentate di un mondo antico e selvaggio, che sta oggi scomparendo e necessita di nuovi dati sullo stato di conservazione del suo, e del nostro ambiente.

Gli ambienti naturali stanno affrontando oggi diverse emergenze che un’analisi diacronica come questa può svelare: dai grandi rettili, signori dei fiumi agli ecosistemi più fragili e la biodiversità nei tasselli più minuti. Oltre ai dati sulla presenza storica del caimano sul fiume Paranà, in collaborazione con le istituzioni scientifiche locali, il team indagherà infatti come i cambiamenti climatici stiano modificando gli ambienti e le faune in questa terra così remota, campanello d’allarme per tutto il nostro pianeta, per poi compararle con le nostre e comprendere meglio ciò che sta accadendo qui, nel vecchio mondo di Giuseppe Zannato.

 IL TEAM

Roberto Battiston

Conservatore naturalista del Museo Zannato, entomologo e speleologo. Ha descritto nuove specie e studiato la biodiversità dai deserti africani alle foreste tropicali sudamericane con oltre 50 pubblicazioni scientifiche e monografie. I risultati dei suoi studi sono stati riportati da diverse istituzioni internazionali, dal Natural History Museum di Londra fino al National Geographic.

Michele Ferretto

Naturalista digitale, presidente e fondatore di Biosphaera s.c.s. esperto in sostenibilità ambientale, divulgazione e progettazione scientifica ha organizzato festival scientifici, mostre e attività didattiche come il Festival della Scienza dell’Altovicentino, e collabora con il Muse di Trento e con il Parco NaturaViva di Bussolengo.

Emma Borgarelli

Responsabile di Biosphaera per i viaggi di ecoturismo internazionale di tipo sostenibile.  Docente di scienze naturali, Guida Naturalistico Ambientale, speleologa, apneista e velista, ha partecipato a diverse navigazioni in Mediterraneo, Mar dei Caraibi, Atlantico e Mare del Nord.

Andrea Colbacchini

Documentarista specializzato in video documentari dedicati al paesaggio, alla storia, all’antropologia e all’ambiente. Collabora con la Rai e il Trentino School of Management e ha lavorato con il dipartimento di Geografia dell’Università di Padova. I suoi documentari hanno vinto diversi premi nazionali e internazionali.

Arianna Caneva

Laureata in Scienze Ambientali all’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia e studentessa di Scienze Marine presso l’Università di Milano. Specializzata nell’elaborazione dati ed studio di modelli ambientali per la conservazione delle risorse naturali. 

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