Studi e Ricerche
Dal 1994 il museo pubblica una propria rivista scientifica, Studi e Ricerche, oltre ad una serie di monografie e articoli a carattere naturalistico o archeologico.
ll Comitato di Redazione valuta ogni anno la pubblicazione di contributi di elevato valore scientifico. Vengono presi in considerazione per la pubblicazione lavori inediti concernenti argomenti che rientrino nel campo delle scienze naturali e dell’archeologia, con preferenza per quelli che riguardano il Veneto e in particolare il Vicentino; è possibile pubblicare un massimo di 2 articoli per Autore/Co-Autore.
I lavori sono innanzitutto valutati dal Comitato di Redazione della Rivista, che li sottopone a revisione alla pari da parte di esperti esterni: articoli che non rispettino la pertinenza della rivista o siano palesemente lontani dagli standard qualitativi della Rivista, possono essere direttamente respinti dal Comitato di Redazione. La pubblicazione non comporta costi per gli Autori.
Database dei lavori scientifici
Puoi ricercare e consultare qui tutti i lavori prodotti dal museo, usando i tag o la ricerca oppure scorrendo il catalogo per anno di pubblicazione.
Battiston R
Termiti del legno secco a Montecchio Maggiore: Prima segnalazione di Kalotermes flavicollis (Blattodea: Kalotermitidae) nell’entroterra veneto Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 69-70, 2023.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Blattodea, drywood termites, Kalotermes, nest, swarming, Veneto region
@article{nokey,
title = {Termiti del legno secco a Montecchio Maggiore: Prima segnalazione di Kalotermes flavicollis (Blattodea: Kalotermitidae) nell’entroterra veneto},
author = {Roberto Battiston},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/07/09_Battiston.pdf},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
urldate = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {69-70},
abstract = {RIASSUNTO
Viene segnalata la presenza di tre maschi alati di Kalotermes flavicollis nel centro storico di Montecchio Maggiore (VI), indicatori di una colonia ben stabile da più anni nell’area, quale primo ritrovamento di questa specie nell’entroterra veneto.
ABSTRACT
Drywood termites in Montecchio Maggiore: first report of Kalothermes flavicollis in the Veneto inland
The presence of three winged males of Kalotermes flavicollis in the town center of Montecchio Maggiore (VI) is reported, indica-tors of a well established colony in the area, the first record for this species in the Veneto inland.},
keywords = {Blattodea, drywood termites, Kalotermes, nest, swarming, Veneto region},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Viene segnalata la presenza di tre maschi alati di Kalotermes flavicollis nel centro storico di Montecchio Maggiore (VI), indicatori di una colonia ben stabile da più anni nell’area, quale primo ritrovamento di questa specie nell’entroterra veneto.
ABSTRACT
Drywood termites in Montecchio Maggiore: first report of Kalothermes flavicollis in the Veneto inland
The presence of three winged males of Kalotermes flavicollis in the town center of Montecchio Maggiore (VI) is reported, indica-tors of a well established colony in the area, the first record for this species in the Veneto inland.
Visonà P; DePaoli M; Trolese L; Bernardelli A
Un rinvenimento particolare di età romana da località Strafonda (Tezze di Arzignano) nel 1938 Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 57-68, 2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: bronze statue, finger of a gilt, fragment of a bronze wing, inhumation burial, località Valbruna, sestertius
@article{nokey,
title = { Un rinvenimento particolare di età romana da località Strafonda (Tezze di Arzignano) nel 1938},
author = {Paolo Visonà and Marcella DePaoli and Luca Trolese and Armando Bernardelli},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/07/08_Visona_De-Paoli_Trolese_Bernardelli.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
urldate = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {57-68},
abstract = {RIASSUNTO
Un gruppo di oggetti di età romana nel Museo Archeologico Nazionale di Venezia, rinvenuti nel 1938 in località Strafonda a nord di Tezze di Arzignano, comprende un dito in bronzo con doratura pertinente ad una statua di grandezza naturale o superiore ad essa, un frammento di ala in bronzo e un sesterzio di Antonino Pio. Questi materiali provengono forse da una necropoli ad ovest del complesso architettonico individuato nel vicino fondo Carlotto in località Valbruna, identificabile con la parte residenziale di una villa che fu occupata dalla seconda metà del I secolo a.C. al III secolo d.C. La presenza di suppellettili di pregio come una sta¬tua in bronzo, un rinvenimento finora senza confronti in altre ville romane nel territorio vicentino, veronese, padovano e atestino, attesta l’importanza del sito in località Valbruna e l’elevato rango sociale dei suoi residenti.
ABSTRACT
Roman archaeological materials found at località Strafonda (Tezze di Arzignano) in 1938
A group of objects of archaeological interest in Venice’s Museo Archeologico Nazionale, found at località Strafonda to the north of Tezze di Arzignano in 1938, includes a gilt bronze finger from a life size or over-life size statue, a fragment of a bronze wing, and a sestertius of Antoninus Pius. These materials come presumably from a necropolis located to the west of an architectural com¬plex located in the Carlotto estate at località Valbruna. The complex has been tentatively identified as the residential quarters of a villa that flourished between the second half of the 1st century BCE and the 3rd century CE. The presence of valuable furnishings such as a gilt bronze statue, which is hitherto unparalleled in other Roman villas from the territory of Vicenza, Verona, Padua, and Este, points to the importance of the site at località Valbruna in antiquity and to the high social standing of its residents.},
keywords = {bronze statue, finger of a gilt, fragment of a bronze wing, inhumation burial, località Valbruna, sestertius},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Un gruppo di oggetti di età romana nel Museo Archeologico Nazionale di Venezia, rinvenuti nel 1938 in località Strafonda a nord di Tezze di Arzignano, comprende un dito in bronzo con doratura pertinente ad una statua di grandezza naturale o superiore ad essa, un frammento di ala in bronzo e un sesterzio di Antonino Pio. Questi materiali provengono forse da una necropoli ad ovest del complesso architettonico individuato nel vicino fondo Carlotto in località Valbruna, identificabile con la parte residenziale di una villa che fu occupata dalla seconda metà del I secolo a.C. al III secolo d.C. La presenza di suppellettili di pregio come una sta¬tua in bronzo, un rinvenimento finora senza confronti in altre ville romane nel territorio vicentino, veronese, padovano e atestino, attesta l’importanza del sito in località Valbruna e l’elevato rango sociale dei suoi residenti.
ABSTRACT
Roman archaeological materials found at località Strafonda (Tezze di Arzignano) in 1938
A group of objects of archaeological interest in Venice’s Museo Archeologico Nazionale, found at località Strafonda to the north of Tezze di Arzignano in 1938, includes a gilt bronze finger from a life size or over-life size statue, a fragment of a bronze wing, and a sestertius of Antoninus Pius. These materials come presumably from a necropolis located to the west of an architectural com¬plex located in the Carlotto estate at località Valbruna. The complex has been tentatively identified as the residential quarters of a villa that flourished between the second half of the 1st century BCE and the 3rd century CE. The presence of valuable furnishings such as a gilt bronze statue, which is hitherto unparalleled in other Roman villas from the territory of Vicenza, Verona, Padua, and Este, points to the importance of the site at località Valbruna in antiquity and to the high social standing of its residents.
Marinetti A; Bruttomesso A; Fontana A
Una sors inedita da Trissino e la pratica oracolare tra Reti e Veneti Bachelor Thesis
2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Oracles, Raeti, Sortes
@bachelorthesis{nokey,
title = {Una sors inedita da Trissino e la pratica oracolare tra Reti e Veneti},
author = {Anna Marinetti and Annachiara Bruttomesso and Alex Fontana},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/07/07_Marinetti_Bruttomesso_Fontana.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
urldate = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {49-56},
abstract = {RIASSUNTO
La pubblicazione di un osso animale con sigla iscritta da Trissino, riconosciuto quale sors, offre l’occasione per riprendere la do¬cumentazione di questa tipologia di oggetti a Trissino e più in generale nel mondo retico. Si evidenziano la diffusione delle sortes, la loro funzione e la rilevanza delle pratiche oracolari presso i Reti.
ABSTRACT
An unpublished sors from Trissino and the oracular practice among the Raeti and the Venetians
An animal bone with an inscribed symbol from Trissino, recognized as a sors, offers the opportunity to resume the documentation of sortes in Trissino and more generally in the Rhaetian world. The diffusion of the sortes, their function and the relevance of oracular practices among the Raeti are also highlighted.},
keywords = {Oracles, Raeti, Sortes},
pubstate = {published},
tppubtype = {bachelorthesis}
}
La pubblicazione di un osso animale con sigla iscritta da Trissino, riconosciuto quale sors, offre l’occasione per riprendere la do¬cumentazione di questa tipologia di oggetti a Trissino e più in generale nel mondo retico. Si evidenziano la diffusione delle sortes, la loro funzione e la rilevanza delle pratiche oracolari presso i Reti.
ABSTRACT
An unpublished sors from Trissino and the oracular practice among the Raeti and the Venetians
An animal bone with an inscribed symbol from Trissino, recognized as a sors, offers the opportunity to resume the documentation of sortes in Trissino and more generally in the Rhaetian world. The diffusion of the sortes, their function and the relevance of oracular practices among the Raeti are also highlighted.
Cozza A
Tour geo-paleontologico del Veneto con il prof. Giovanni Omboni (1829-1910) Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 31-34, 2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Bolca, Lioy, Omboni, paleontology, Veneto
@article{nokey,
title = {Tour geo-paleontologico del Veneto con il prof. Giovanni Omboni (1829-1910)},
author = {Andrea Cozza},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/07/04_Cozza.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
urldate = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {31-34},
abstract = {RIASSUNTO
Nel 1876 esce, ad opera degli editori-librai Drucker & Tedeschi (Verona-Padova), il volume “Come s’è fatta l’Italia. Saggio di Ge¬ologia popolare” scritto dal professor Giovanni Omboni (1829-1910) dell’Università di Padova. Si tratta di un libro di 346 pagine e di piccole dimensioni in cui Omboni raccoglie in maniera divulgativa -ma di altissimo livello- molte nozioni di Geologia con par¬ticolare riguardo alla Geologia storica, senza tralasciare cognizioni di Paletnologia, di Evoluzionismo e di Storia della Geologia.
Il professore di Padova, alla fine del suo testo, inserisce un capitolo conclusivo intitolato “Viaggio circolare ed escursioni in Italia, per vedere molte delle cose descritte in questo libro” in cui fornisce al Lettore informazioni e indicazioni riguardanti luoghi italiani di interesse geologico e paleontologico. Tra questi elencò e descrisse alcune località del Veneto region.
ABSTRACT
Geo-paleontological tour of Veneto region with prof. Giovanni Omboni (1829-1910)
In 1876, the book “Come s’è fatta l’Italia. Saggio di Geologia popolare” written by Professor Giovanni Omboni (1829-1910) of the University of Padua was published by the publishers-booksellers Drucker & Tedeschi (Verona-Padua). It is a book of 346 pa¬ges and small in size in which Omboni collects in a popular - but very high level - manner many notions of geology with particular regard to historical geology, without neglecting notions of palethnology, evolutionism and the history of geology.
The professor from Padua, at the end of his text, inserts a final chapter entitled “Circular travel and excursions in Italy, to see many of the things described in this book” in which he provides the reader with information and indications regarding Italian places of geological and paleontological interest. Among these he listed and described some locations in the Veneto.},
keywords = {Bolca, Lioy, Omboni, paleontology, Veneto},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Nel 1876 esce, ad opera degli editori-librai Drucker & Tedeschi (Verona-Padova), il volume “Come s’è fatta l’Italia. Saggio di Ge¬ologia popolare” scritto dal professor Giovanni Omboni (1829-1910) dell’Università di Padova. Si tratta di un libro di 346 pagine e di piccole dimensioni in cui Omboni raccoglie in maniera divulgativa -ma di altissimo livello- molte nozioni di Geologia con par¬ticolare riguardo alla Geologia storica, senza tralasciare cognizioni di Paletnologia, di Evoluzionismo e di Storia della Geologia.
Il professore di Padova, alla fine del suo testo, inserisce un capitolo conclusivo intitolato “Viaggio circolare ed escursioni in Italia, per vedere molte delle cose descritte in questo libro” in cui fornisce al Lettore informazioni e indicazioni riguardanti luoghi italiani di interesse geologico e paleontologico. Tra questi elencò e descrisse alcune località del Veneto region.
ABSTRACT
Geo-paleontological tour of Veneto region with prof. Giovanni Omboni (1829-1910)
In 1876, the book “Come s’è fatta l’Italia. Saggio di Geologia popolare” written by Professor Giovanni Omboni (1829-1910) of the University of Padua was published by the publishers-booksellers Drucker & Tedeschi (Verona-Padua). It is a book of 346 pa¬ges and small in size in which Omboni collects in a popular - but very high level - manner many notions of geology with particular regard to historical geology, without neglecting notions of palethnology, evolutionism and the history of geology.
The professor from Padua, at the end of his text, inserts a final chapter entitled “Circular travel and excursions in Italy, to see many of the things described in this book” in which he provides the reader with information and indications regarding Italian places of geological and paleontological interest. Among these he listed and described some locations in the Veneto.
Dall’Olio G
“Malattia della Pietra” Mineralogia, chimica, medicina nella prima metà del XIX secolo Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 21-29, 2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: bladder calculi, chemistry, medicine, mineralogy, Stone disease
@article{nokey,
title = {“Malattia della Pietra” Mineralogia, chimica, medicina nella prima metà del XIX secolo},
author = {Giuliano Dall’Olio},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato” },
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/07/03_DallOlio.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
urldate = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {21-29},
abstract = {RIASSUNTO
La “Malattia della pietra” o calcolosi vescicale, è una patologia nota fin dall’antichità e numerosi sono gli uomini di scienza che si sono occupati di studiare e combattere questa affezione nel corso dei secoli, impegno delegato, agli inizi, prevalentemente alla chirurgia.
Essendo i calcoli vescicali simili alle pietre, il primo passo nella cura della calcolosi vescicale è di approfondire le conoscenze delle loro caratteristiche mineralogiche e chimiche per poter migliorare i metodi chirurgici, diminuendo la mortalità dei pazienti e soprattutto individuare altri mezzi per “cavar la pietra” senza ricorrere a pericolosi e dolorosi interventi.
Impegnativa sarà la vagheggiata ricerca di sostanze liquide (litontritici) che, introdotte nell’organismo come bevande o diretta¬mente in vescica, possano sciogliere e ridurre i calcoli più voluminosi e farli così uscire direttamente per vie naturali con l’urina, ricerche iniziate fin dall’antichità ma che si rivelano essere di scarsa efficacia.
La presente comunicazione riporta l’opera di medici, mineralogisti e chimici della prima metà dell’Ottocento, quando la medicina e le scienze di base acquisiscono metodi che consentono di approfondire le ricerche.
ABSTRACT
“Stone disease”, bladder calculi, is a pathology known since ancient times and numerous scientists have studied and fought this disease over the centuries, a commitment delegated, at the beginning, mainly to surgery.
Since bladder concretions are similar to stones, the first step in the treatment of calculi in the bladder is to deepen the knowledge of their mineralogical and chemical characteristics in order to improve surgical methods, reducing patient mortality and above all to identify other means of “extracting the stone” without resorting to dangerous and painful surgical operation. Demanding will be the long-awaited search for liquid substances (lithontritics) which, introduced into the body as drinks or direct¬ly into the bladder, can dissolve and reduce the largest stones and thus make them come out directly through natural channels with the urine, researches begun since antiquity but which turn out to be of lacking effectiveness.
This paper reports the work of doctors, mineralogists and chemists of the first half of the nineteenth century, when medicine and basic sciences acquired methods that allowed for more in-depth researches.},
keywords = {bladder calculi, chemistry, medicine, mineralogy, Stone disease},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
La “Malattia della pietra” o calcolosi vescicale, è una patologia nota fin dall’antichità e numerosi sono gli uomini di scienza che si sono occupati di studiare e combattere questa affezione nel corso dei secoli, impegno delegato, agli inizi, prevalentemente alla chirurgia.
Essendo i calcoli vescicali simili alle pietre, il primo passo nella cura della calcolosi vescicale è di approfondire le conoscenze delle loro caratteristiche mineralogiche e chimiche per poter migliorare i metodi chirurgici, diminuendo la mortalità dei pazienti e soprattutto individuare altri mezzi per “cavar la pietra” senza ricorrere a pericolosi e dolorosi interventi.
Impegnativa sarà la vagheggiata ricerca di sostanze liquide (litontritici) che, introdotte nell’organismo come bevande o diretta¬mente in vescica, possano sciogliere e ridurre i calcoli più voluminosi e farli così uscire direttamente per vie naturali con l’urina, ricerche iniziate fin dall’antichità ma che si rivelano essere di scarsa efficacia.
La presente comunicazione riporta l’opera di medici, mineralogisti e chimici della prima metà dell’Ottocento, quando la medicina e le scienze di base acquisiscono metodi che consentono di approfondire le ricerche.
ABSTRACT
“Stone disease”, bladder calculi, is a pathology known since ancient times and numerous scientists have studied and fought this disease over the centuries, a commitment delegated, at the beginning, mainly to surgery.
Since bladder concretions are similar to stones, the first step in the treatment of calculi in the bladder is to deepen the knowledge of their mineralogical and chemical characteristics in order to improve surgical methods, reducing patient mortality and above all to identify other means of “extracting the stone” without resorting to dangerous and painful surgical operation. Demanding will be the long-awaited search for liquid substances (lithontritics) which, introduced into the body as drinks or direct¬ly into the bladder, can dissolve and reduce the largest stones and thus make them come out directly through natural channels with the urine, researches begun since antiquity but which turn out to be of lacking effectiveness.
This paper reports the work of doctors, mineralogists and chemists of the first half of the nineteenth century, when medicine and basic sciences acquired methods that allowed for more in-depth researches.
Beschin C
Colonne basaltiche di Gambellara (Vicenza - Italia nordorientale) Documentazioni inedite sugli usi espositivi Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 11-20, 2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: basalts, Geology, history of science, museums
@article{nokey,
title = {Colonne basaltiche di Gambellara (Vicenza - Italia nordorientale) Documentazioni inedite sugli usi espositivi},
author = {Claudio Beschin},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/07/02_Beschin.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
urldate = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {11-20},
abstract = {RIASSUNTO
Vengono presentati le prime fasi e gli impieghi nel corso dell’Ottocento e del primo Novecento delle colonne basaltiche di Gam¬bellara (Vicenza, Italia nordorientale) in strutture espositive museali e platee geologiche. La documentazione inedita si conserva in larga parte al Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore. L’analisi offre uno spaccato dell’interesse che queste par¬ticolari strutture poligonali rivestivano per collezionisti, studiosi e istituzioni. Le colonne di Gambellara andarono ad arricchire musei d’Italia e d’Europa dove, in parte, ancora si conservano.
ABSTRACT
Basaltic columns of Gambellara (Vicenza, north-eastern Italy) unpublished documentation of exhibition use.
The first phases and uses during the nineteenth and early twentieth centuries of the basaltic columns of Gambellara (Vicenza) in museum exhibition structures and geological stalls are presented. Most of the unpublished documentation is preserved at the “G. Zannato” Civic Museum in Montecchio Maggiore. The analysis offers an insight into the interest that these particular polygonal structures held for scholars, collectors and institutions. The columns of Gambellara went on to enrich some museums in Italy and Europe in wich, in part, they are still preserved.},
keywords = {basalts, Geology, history of science, museums},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Vengono presentati le prime fasi e gli impieghi nel corso dell’Ottocento e del primo Novecento delle colonne basaltiche di Gam¬bellara (Vicenza, Italia nordorientale) in strutture espositive museali e platee geologiche. La documentazione inedita si conserva in larga parte al Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore. L’analisi offre uno spaccato dell’interesse che queste par¬ticolari strutture poligonali rivestivano per collezionisti, studiosi e istituzioni. Le colonne di Gambellara andarono ad arricchire musei d’Italia e d’Europa dove, in parte, ancora si conservano.
ABSTRACT
Basaltic columns of Gambellara (Vicenza, north-eastern Italy) unpublished documentation of exhibition use.
The first phases and uses during the nineteenth and early twentieth centuries of the basaltic columns of Gambellara (Vicenza) in museum exhibition structures and geological stalls are presented. Most of the unpublished documentation is preserved at the “G. Zannato” Civic Museum in Montecchio Maggiore. The analysis offers an insight into the interest that these particular polygonal structures held for scholars, collectors and institutions. The columns of Gambellara went on to enrich some museums in Italy and Europe in wich, in part, they are still preserved.
Coole Y; DeAngeli A
Nuovi macruri (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) dell’Oligocene dei Monti Berici (Vicenza, Italia Nordorientale) Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 5-10, 2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Axiidea, Callianassidae, Crustacea, Decapoda, NE Italy, Oligocene
@article{nokey,
title = {Nuovi macruri (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) dell’Oligocene dei Monti Berici (Vicenza, Italia Nordorientale)},
author = {Yvonne Coole and Antonio DeAngeli},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/07/01_Coole_De-Angeli.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
urldate = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {5-10},
abstract = {RIASSUNTO
Lo studio esamina alcune chele di macruri (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) dell’Oligocene inferiore (Rupeliano) dei Monti Berici (Vicenza, Italia nordorientale). Gli esemplari studiati appartengono alle seguenti specie: Callianassa canavarii Ristori, 1889, Balsscallichirus soghensis n. sp. provenienti da Soghe (Arcugnano) e Balsscallichirus bericensis n. sp. affioranti dalle calcareniti lungo la strada che da Vicenza porta alla Basilica di Monte Berico.
ABSTRACT
New macrurans (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) from the Oligocene of the Berici Mounts (Vicenza, NE Italy)
The study examines some macruran chelipeds (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) from the lower Oligocene (Rupelian) of the Berici Mounts (Vicenza, NE Italy). The studied specimens have been assigned as follows: Callianassa canavarii Ristori, 1889 and Balsscallichirus soghensis n. sp. collected at Soghe (Arcugnano) and Balsscallichirus bericensis n. sp. was found in limestones outcroping along the road from Vicenza to the Basilica of Monte Berico.
},
keywords = {Axiidea, Callianassidae, Crustacea, Decapoda, NE Italy, Oligocene},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Lo studio esamina alcune chele di macruri (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) dell’Oligocene inferiore (Rupeliano) dei Monti Berici (Vicenza, Italia nordorientale). Gli esemplari studiati appartengono alle seguenti specie: Callianassa canavarii Ristori, 1889, Balsscallichirus soghensis n. sp. provenienti da Soghe (Arcugnano) e Balsscallichirus bericensis n. sp. affioranti dalle calcareniti lungo la strada che da Vicenza porta alla Basilica di Monte Berico.
ABSTRACT
New macrurans (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) from the Oligocene of the Berici Mounts (Vicenza, NE Italy)
The study examines some macruran chelipeds (Decapoda, Axiidea, Callianassidae) from the lower Oligocene (Rupelian) of the Berici Mounts (Vicenza, NE Italy). The studied specimens have been assigned as follows: Callianassa canavarii Ristori, 1889 and Balsscallichirus soghensis n. sp. collected at Soghe (Arcugnano) and Balsscallichirus bericensis n. sp. was found in limestones outcroping along the road from Vicenza to the Basilica of Monte Berico.
Battiston R; Boscato F
Strategie per la divulgazione scientifica nei social network a confronto: un esperimento museale sull’efficacia della comunicazione digitale Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 43-48, 2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: Artificial Intelligence, education, GenZ, museums, science communication, social-network
@article{nokey,
title = { Strategie per la divulgazione scientifica nei social network a confronto: un esperimento museale sull’efficacia della comunicazione digitale},
author = {Roberto Battiston and Federico Boscato},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/06/06_Battiston_Boscato.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {43-48},
abstract = {RIASSUNTO
I social network sono oggi uno dei principali canali di informazione per il grande pubblico, pur presentando dei limiti intrinseci in termini di durata e sviluppo dei contenuti, solitamente volti alla semplificazione e immediatezza, per massimizzare l’attenzione. Anche la divulgazione scientifica tradizionale si sta adattando a questi canali riflettendo sulle strategie migliori per non perdere attrattività pur conservando la qualità e la complessità dei contenuti. Di particolare interesse è la Generazione Z, adolescenti e giovani adulti, un vastissimo pubblico che al momento sembra penalizzato in questo senso dall’utilizzo preferenziale di social network, come Instagram, volti più alla rappresentazione dei contenuti che al loro approfondimento, ponendo alla divulgazione scientifica, in particolare quella istituzionale dei Musei, una notevole sfida comunicativa. Questo lavoro ha messo a confronto le statistiche di utilizzo degli utenti di Facebook ed Instagram in risposta a due campagne di comunicazione sulle pagine social del Museo Zannato: una di informazione scientifica generalista e una specialistica su un progetto di ricerca. Non sono state rilevate differenze significative tra Instagram e Facebook, probabilmente dovute ad un pubblico condiviso tra le due piattaforme. È invece emersa una differenza significativa tra le due strategie di comunicazione, dimostrando come sia possibile comunicare temi complessi su canali istituzionali sui social network, calibrando opportunamente il messaggio. Sono state infine discusse alcune strategie per migliorare la comunicazione scientifica museale rivolta alle le nuove generazioni, anche utilizzando le Intelligenze Artificiali.
ABSTRACT
Strategies for science communication in social networks in comparison: a museum experiment on the efficacy of digital communication
Social networks are now one of the main channels of information for the general public, although they have inherent limitations in terms of duration and content development, usually aimed at simplification and immediacy in order to maximize attention. Traditional science popularization is also adapting to these channels by reflecting on the best strategies for not losing attractiveness while retaining the quality and complexity of content. Of particular interest is Generation Z, teenagers and young adults, a very large audience that currently seems to be penalized in this regard by the preferential use of social networks, such as Instagram, aimed more at the representation of content than its in-depth study, posing a considerable communicative challenge to science communication, particularly the institutional communication of Museums. This paper compared the usage statistics of Facebook and Instagram users in response to two communication campaigns on the Zannato Museum’s social pages: one of generalist scientific information and one specialized on a research project. No significant differences were found between Instagram and Facebook, probably due to a shared audience between the two platforms. A significant difference emerged between the two communication strategies, demonstrating how it is possible to communicate complex issues on institutional channels on social networks by appropriately calibrating the message. Finally, some strategies for improving museum science communication aimed at the younger generation, involving also Artificial Intelligences, were discussed.},
keywords = {Artificial Intelligence, education, GenZ, museums, science communication, social-network},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
I social network sono oggi uno dei principali canali di informazione per il grande pubblico, pur presentando dei limiti intrinseci in termini di durata e sviluppo dei contenuti, solitamente volti alla semplificazione e immediatezza, per massimizzare l’attenzione. Anche la divulgazione scientifica tradizionale si sta adattando a questi canali riflettendo sulle strategie migliori per non perdere attrattività pur conservando la qualità e la complessità dei contenuti. Di particolare interesse è la Generazione Z, adolescenti e giovani adulti, un vastissimo pubblico che al momento sembra penalizzato in questo senso dall’utilizzo preferenziale di social network, come Instagram, volti più alla rappresentazione dei contenuti che al loro approfondimento, ponendo alla divulgazione scientifica, in particolare quella istituzionale dei Musei, una notevole sfida comunicativa. Questo lavoro ha messo a confronto le statistiche di utilizzo degli utenti di Facebook ed Instagram in risposta a due campagne di comunicazione sulle pagine social del Museo Zannato: una di informazione scientifica generalista e una specialistica su un progetto di ricerca. Non sono state rilevate differenze significative tra Instagram e Facebook, probabilmente dovute ad un pubblico condiviso tra le due piattaforme. È invece emersa una differenza significativa tra le due strategie di comunicazione, dimostrando come sia possibile comunicare temi complessi su canali istituzionali sui social network, calibrando opportunamente il messaggio. Sono state infine discusse alcune strategie per migliorare la comunicazione scientifica museale rivolta alle le nuove generazioni, anche utilizzando le Intelligenze Artificiali.
ABSTRACT
Strategies for science communication in social networks in comparison: a museum experiment on the efficacy of digital communication
Social networks are now one of the main channels of information for the general public, although they have inherent limitations in terms of duration and content development, usually aimed at simplification and immediacy in order to maximize attention. Traditional science popularization is also adapting to these channels by reflecting on the best strategies for not losing attractiveness while retaining the quality and complexity of content. Of particular interest is Generation Z, teenagers and young adults, a very large audience that currently seems to be penalized in this regard by the preferential use of social networks, such as Instagram, aimed more at the representation of content than its in-depth study, posing a considerable communicative challenge to science communication, particularly the institutional communication of Museums. This paper compared the usage statistics of Facebook and Instagram users in response to two communication campaigns on the Zannato Museum’s social pages: one of generalist scientific information and one specialized on a research project. No significant differences were found between Instagram and Facebook, probably due to a shared audience between the two platforms. A significant difference emerged between the two communication strategies, demonstrating how it is possible to communicate complex issues on institutional channels on social networks by appropriately calibrating the message. Finally, some strategies for improving museum science communication aimed at the younger generation, involving also Artificial Intelligences, were discussed.
Boscato F; Battiston R
In: Studi e Ricerche, vol. 30, pp. 35-41, 2023, ISBN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: citizen-science, geoplanarians, IAS, identification, weather
@article{nokey,
title = {Piovono planarie: preferenze ecologiche e associazioni inusuali dei vermi piatti alieni Obama e Caenoplana (Platyhelminthes: Geoplanidae) in Veneto},
author = {Federico Boscato and Roberto Battiston},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2024/06/05_Boscato_Battiston.pdf},
isbn = {1127-3100},
year = {2023},
date = {2023-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {30},
pages = {35-41},
abstract = {RIASSUNTO
Obama nungara è una delle specie sudamericane di planarie terrestri che negli ultimi anni si è diffusa in diversi paesi europei, tra cui l’Italia, attraverso le attività antropiche. In seguito al ritrovamento in Veneto presso la cittadina di Este in provincia di Padova della prima popolazione stabile accertata di questa specie, è stato avviato un monitoraggio delle condizioni di temperatura, umidità e del meteo in cui gli esemplari venivano ritrovati e successivamente raccolti. Viene qui evidenziato il legame tra i ritrovamenti di esemplari di questa planaria terrestre, correlati con eventi di intensa piovosità, chiarendo meglio le preferenze ecologiche e le possibili strategie di monitoraggio per questa specie. Viene inoltre qui fornita una chiave per l’identificazione sul campo delle specie di planarie aliene presenti in Veneto, per supportare il monitoraggio attraverso la citizen science, al momento uno degli strumenti più validi in questo senso. Nello stesso sito, durante il monitoraggio di Obama nungara è stato inoltre raccolto un esemplare di Caenoplana sp., evento che apre una discussione più ampia su possibili dinamiche di diffusione e interazione tra diverse specie alloctone di planarie terrestri e una possibile sottostima della loro reale presenza in Italia.
ABSTRACT
Flatworm shower: ecological preferences and unusual associations of the alien flatworms Obama and Caenoplana (Platyhelminthes: Geoplanidae) in the Veneto region
Obama nungara is one of the South American species of terrestrial flatworm that has spread to several European countries in recent years, including Italy, through human activities. Following the discovery in the Veneto region, near the town of Este in the province of Padua, of the first established stable population of this species, the temperature, humidity and weather conditions have been monitored where the specimens were collected. The relationship between specimens found and rainfall events is highlighted here in order to better understand the ecological preferences and possible monitoring strategies for this species. A key to the field identification of alien flatworms present in the Veneto region is also provided to support citizen science monitoring, currently one of the most valuable tools in this field. At the same site, a specimen of Caenoplana sp. was also collected during the monitoring of Obama nungara, an event that opens a wider discussion on possible dynamics of spread and interaction between different alien species of invasive land flatworms and a possible underestimation of their real presence in Italy.
Key words: geoplanarians, IAS, weather, citizen-science, identification},
keywords = {citizen-science, geoplanarians, IAS, identification, weather},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Obama nungara è una delle specie sudamericane di planarie terrestri che negli ultimi anni si è diffusa in diversi paesi europei, tra cui l’Italia, attraverso le attività antropiche. In seguito al ritrovamento in Veneto presso la cittadina di Este in provincia di Padova della prima popolazione stabile accertata di questa specie, è stato avviato un monitoraggio delle condizioni di temperatura, umidità e del meteo in cui gli esemplari venivano ritrovati e successivamente raccolti. Viene qui evidenziato il legame tra i ritrovamenti di esemplari di questa planaria terrestre, correlati con eventi di intensa piovosità, chiarendo meglio le preferenze ecologiche e le possibili strategie di monitoraggio per questa specie. Viene inoltre qui fornita una chiave per l’identificazione sul campo delle specie di planarie aliene presenti in Veneto, per supportare il monitoraggio attraverso la citizen science, al momento uno degli strumenti più validi in questo senso. Nello stesso sito, durante il monitoraggio di Obama nungara è stato inoltre raccolto un esemplare di Caenoplana sp., evento che apre una discussione più ampia su possibili dinamiche di diffusione e interazione tra diverse specie alloctone di planarie terrestri e una possibile sottostima della loro reale presenza in Italia.
ABSTRACT
Flatworm shower: ecological preferences and unusual associations of the alien flatworms Obama and Caenoplana (Platyhelminthes: Geoplanidae) in the Veneto region
Obama nungara is one of the South American species of terrestrial flatworm that has spread to several European countries in recent years, including Italy, through human activities. Following the discovery in the Veneto region, near the town of Este in the province of Padua, of the first established stable population of this species, the temperature, humidity and weather conditions have been monitored where the specimens were collected. The relationship between specimens found and rainfall events is highlighted here in order to better understand the ecological preferences and possible monitoring strategies for this species. A key to the field identification of alien flatworms present in the Veneto region is also provided to support citizen science monitoring, currently one of the most valuable tools in this field. At the same site, a specimen of Caenoplana sp. was also collected during the monitoring of Obama nungara, an event that opens a wider discussion on possible dynamics of spread and interaction between different alien species of invasive land flatworms and a possible underestimation of their real presence in Italy.
Key words: geoplanarians, IAS, weather, citizen-science, identification
Zampieri D
Modello strutturale della deformazione estensionale paleogenica nella ex-cava Main (Arzignano, Vicenza) Journal Article
In: Studi e Ricerche, vol. 29, pp. 19-24, 2022, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: domino model, graben, Lessini Mountains, listric fault
@article{nokey,
title = {Modello strutturale della deformazione estensionale paleogenica nella ex-cava Main (Arzignano, Vicenza)},
author = {Dario Zampieri },
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2023/07/Zampieri-D-2022-Modello-strutturale-della-deformazione-estensionale-paleogenica-nella-ex-cava-Main-Arzignano-Vicenza.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2022},
date = {2022-12-31},
urldate = {2022-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
volume = {29},
pages = {19-24},
abstract = {Riassunto
Nei Monti Lessini orientali (vicentini), alla confluenza tra le valli del Chiampo e dell’Agno, sulle pendici meridionali del Monte Main negli anni Ottanta del secolo scorso era in attività una cava di “Marmi di Chiampo”, ben nota per i ricchissimi ritrovamenti paleontologici. L’eccezionale esposizione prodotta dallo scavo è circa parallela alla direzione di estensione del graben Alpone-Agno, un struttura paleogenica coeva col magmatismo mafico ed ultramafico del Veneto occidentale e del Trentino meridionale. Ciò ha messo in luce numerose faglie normali che hanno accomodato l’estensione. Tre banchi carbonatici intercalati a depositi vulcano-detritici stratificati mostrano una inclinazione verso est che aumenta progressivamente verso il basso, mentre le vulcano-areniti stratificate mostrano un rapido aumento di spessore da ovest verso est. La sezione a forma triangolare, ora in parte obliterata e non più accessibile, può essere interpretata come il riempimento del bacino formatosi sul blocco di tetto di una faglia listrica sinsedimentaria immergente verso ovest, oppure sul tetto di un blocco ettometrico basculato verso est secondo un modello di deformazione con stile a domino. A scala maggiore, lo stile a domino è osservabile anche nella deformazione del banco carbonatico intermedio. Questo stile deformativo spiega molto bene le brusche variazioni di spessore delle rocce vulcano-detritiche che sono state osservate in tutta l’area del graben.
Structural model of the Paleogene extensional deformation in the Main abandoned quarry (Arzignano, Vicenza)
Abstract
In the eastern Lessini Mountains (Vicenza) at the confluence of the Chiampo and Agno valleys on the southern slope of Monte Main, a “Chiampo marble” quarry was active in the 1980s, well known for its very rich paleontological finds. The exceptional exposure produced by the excavation, is approximately parallel to the extension direction of the Alpone-Agno graben, a Paleogene structure coeval with the mafic to ultramafic magmatism of the western Veneto and the southern Trentino. This allowed the observation of several normal faults which accommodated the extension. Three carbonate banks interlayered with stratified basaltic epiclastics show an eastern dip increasing downwards, while the thickness of the stratified epiclastics increases rapidly eastwards. The triangular-shaped section, presently partly obliterated and inaccessible, could be interpreted as the infilling of a basin developed on the hanging wall of a synsedimentary listric fault dipping west, or on the roof of a hectometric carbonate block eastward tilted in a domino model. At a larger scale the domino style is shown also by the intermediate carbonate bank. This deformation style explains well the rapid thickness variations of the epiclastics observed throughout the entire graben area.
},
keywords = {domino model, graben, Lessini Mountains, listric fault},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
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Nei Monti Lessini orientali (vicentini), alla confluenza tra le valli del Chiampo e dell’Agno, sulle pendici meridionali del Monte Main negli anni Ottanta del secolo scorso era in attività una cava di “Marmi di Chiampo”, ben nota per i ricchissimi ritrovamenti paleontologici. L’eccezionale esposizione prodotta dallo scavo è circa parallela alla direzione di estensione del graben Alpone-Agno, un struttura paleogenica coeva col magmatismo mafico ed ultramafico del Veneto occidentale e del Trentino meridionale. Ciò ha messo in luce numerose faglie normali che hanno accomodato l’estensione. Tre banchi carbonatici intercalati a depositi vulcano-detritici stratificati mostrano una inclinazione verso est che aumenta progressivamente verso il basso, mentre le vulcano-areniti stratificate mostrano un rapido aumento di spessore da ovest verso est. La sezione a forma triangolare, ora in parte obliterata e non più accessibile, può essere interpretata come il riempimento del bacino formatosi sul blocco di tetto di una faglia listrica sinsedimentaria immergente verso ovest, oppure sul tetto di un blocco ettometrico basculato verso est secondo un modello di deformazione con stile a domino. A scala maggiore, lo stile a domino è osservabile anche nella deformazione del banco carbonatico intermedio. Questo stile deformativo spiega molto bene le brusche variazioni di spessore delle rocce vulcano-detritiche che sono state osservate in tutta l’area del graben.
Structural model of the Paleogene extensional deformation in the Main abandoned quarry (Arzignano, Vicenza)
Abstract
In the eastern Lessini Mountains (Vicenza) at the confluence of the Chiampo and Agno valleys on the southern slope of Monte Main, a “Chiampo marble” quarry was active in the 1980s, well known for its very rich paleontological finds. The exceptional exposure produced by the excavation, is approximately parallel to the extension direction of the Alpone-Agno graben, a Paleogene structure coeval with the mafic to ultramafic magmatism of the western Veneto and the southern Trentino. This allowed the observation of several normal faults which accommodated the extension. Three carbonate banks interlayered with stratified basaltic epiclastics show an eastern dip increasing downwards, while the thickness of the stratified epiclastics increases rapidly eastwards. The triangular-shaped section, presently partly obliterated and inaccessible, could be interpreted as the infilling of a basin developed on the hanging wall of a synsedimentary listric fault dipping west, or on the roof of a hectometric carbonate block eastward tilted in a domino model. At a larger scale the domino style is shown also by the intermediate carbonate bank. This deformation style explains well the rapid thickness variations of the epiclastics observed throughout the entire graben area.