Studi e Ricerche
Dal 1994 il museo pubblica una propria rivista scientifica, Studi e Ricerche, oltre ad una serie di monografie e articoli a carattere naturalistico o archeologico.
ll Comitato di Redazione valuta ogni anno la pubblicazione di contributi di elevato valore scientifico. Vengono presi in considerazione per la pubblicazione lavori inediti concernenti argomenti che rientrino nel campo delle scienze naturali e dell’archeologia, con preferenza per quelli che riguardano il Veneto e in particolare il Vicentino; è possibile pubblicare un massimo di 2 articoli per Autore/Co-Autore.
I lavori sono innanzitutto valutati dal Comitato di Redazione della Rivista, che li sottopone a revisione alla pari da parte di esperti esterni: articoli che non rispettino la pertinenza della rivista o siano palesemente lontani dagli standard qualitativi della Rivista, possono essere direttamente respinti dal Comitato di Redazione. La pubblicazione non comporta costi per gli Autori.
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Battiston R; Maioglio O
IL MISTERIOSO INSETTO FOGLIA DI PIGAFETTA, A 500 ANNI DALLA SUA PRIMA DESCRIZIONE Journal Article
In: Studi e Ricerche, no 28, pp. 49-55, 2021, ISSN: 1127-3100.
Abstract | Links | BibTeX | Tag: history of science, iconography, leaf-insects, museum specimens, Taxonomy
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title = {IL MISTERIOSO INSETTO FOGLIA DI PIGAFETTA, A 500 ANNI DALLA SUA PRIMA DESCRIZIONE},
author = {Roberto Battiston and Oscar Maioglio},
editor = {Associazione Amici del Museo - Museo Civico “G. Zannato”},
url = {https://www.museozannato.it/wp-content/uploads/2022/08/06_Battiston_Maioglio.pdf},
issn = {1127-3100},
year = {2021},
date = {2021-12-31},
journal = {Studi e Ricerche},
number = {28},
pages = {49-55},
abstract = {RIASSUNTO
Si deve all’esploratore e geografo vicentino Antonio Pigafetta la prima descrizione di un fasmide, un insetto foglia presumibilmente del genere Phyllium. Viene ricostruita e ipotizzata la specie da lui osservata in base alle indicazioni dell’esploratore e alle conoscenze attuali sulla tassonomia di questi insetti e alla loro biogeografia nell’area dell’arcipelago tra Palawan e il Borneo. La rappresentazione iconografica e descrittiva di questi insetti, a partire dalla letteratura scientifica del Settecento, ha generato confusioni e fraintendimenti sul loro aspetto ed in particolare sulla colorazione. Lo studio di queste interpretazioni, basate principalmente su reperti di collezione degradati, ha permesso di fare luce su alcuni interessanti aspetti della storia delle scienze naturali come lo scambio di esemplari e la descrizione di nuove specie in epoca coloniale. Lo studio di esemplari di una popolazione di Phyllium philippinicum, allevata per 10 anni in condizioni di laboratorio, ha permesso inoltre di valutare in modo sperimentale le diverse condizioni che permettono la conservazione dei colori originali dell’insetto a dispetto della loro tendenza a degradarsi rapidamente.
ABSTRACT
PIGAFETTA’S MYSTERIOUS LEAF-INSECT, 500 YEARS AFTER ITS FIRST DESCRIPTION
The first description of a phasmid has been reported by the explorer and geographer Antonio Pigafetta from Vicenza, a leaf insect presumably of the genus Phyllium. The species he observed is reconstructed and hypothesized using the explorer’s report and the current knowledge on the taxonomy and biogeography of these insects in the archipelago between Palawan and Borneo. The iconographic and descriptive representation of these insects, starting from the scientific literature of the eighteenth century, generated confusion and misunderstandings about their appearance and in particular about their color. The study of these interpretations, based mainly on degraded collection finds, allowed to shed light on some interesting aspects of the history of the natural sciences, such as the exchange of specimens and the description of new species during the colonial age. The study of specimens of a population of Phyllium philippinicum, raised for 10 years in laboratory conditions, also made it possible to experimentally evaluate the different conditions that allow the preservation of the insect’s original colors, despite their tendency to degrade rapidly.},
keywords = {history of science, iconography, leaf-insects, museum specimens, Taxonomy},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
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Si deve all’esploratore e geografo vicentino Antonio Pigafetta la prima descrizione di un fasmide, un insetto foglia presumibilmente del genere Phyllium. Viene ricostruita e ipotizzata la specie da lui osservata in base alle indicazioni dell’esploratore e alle conoscenze attuali sulla tassonomia di questi insetti e alla loro biogeografia nell’area dell’arcipelago tra Palawan e il Borneo. La rappresentazione iconografica e descrittiva di questi insetti, a partire dalla letteratura scientifica del Settecento, ha generato confusioni e fraintendimenti sul loro aspetto ed in particolare sulla colorazione. Lo studio di queste interpretazioni, basate principalmente su reperti di collezione degradati, ha permesso di fare luce su alcuni interessanti aspetti della storia delle scienze naturali come lo scambio di esemplari e la descrizione di nuove specie in epoca coloniale. Lo studio di esemplari di una popolazione di Phyllium philippinicum, allevata per 10 anni in condizioni di laboratorio, ha permesso inoltre di valutare in modo sperimentale le diverse condizioni che permettono la conservazione dei colori originali dell’insetto a dispetto della loro tendenza a degradarsi rapidamente.
ABSTRACT
PIGAFETTA’S MYSTERIOUS LEAF-INSECT, 500 YEARS AFTER ITS FIRST DESCRIPTION
The first description of a phasmid has been reported by the explorer and geographer Antonio Pigafetta from Vicenza, a leaf insect presumably of the genus Phyllium. The species he observed is reconstructed and hypothesized using the explorer’s report and the current knowledge on the taxonomy and biogeography of these insects in the archipelago between Palawan and Borneo. The iconographic and descriptive representation of these insects, starting from the scientific literature of the eighteenth century, generated confusion and misunderstandings about their appearance and in particular about their color. The study of these interpretations, based mainly on degraded collection finds, allowed to shed light on some interesting aspects of the history of the natural sciences, such as the exchange of specimens and the description of new species during the colonial age. The study of specimens of a population of Phyllium philippinicum, raised for 10 years in laboratory conditions, also made it possible to experimentally evaluate the different conditions that allow the preservation of the insect’s original colors, despite their tendency to degrade rapidly.